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logo campagna fianco a fianco, uniti contro il carcinoma renale
paziente con carcinoma abbracciata al suo compagno

Tumore del rene

Tra le patologie che possono interessare i reni, organi importantissimi per il nostro organismo e per la nostra salute, c’è il carcinoma renale o carcinoma a cellule renali (RCC, Renal Cell Carcinoma), un tumore che nel 2022 ha fatto stimare in Italia circa 12.600 nuove diagnosi. Spesso silente e asintomatico, il carcinoma renale viene frequentemente scoperto per caso, attraverso esami clinici effettuati per altre ragioni. La corretta informazione rispetto a questa patologia è quindi di fondamentale importanza.

Cosa sono i reni

chirurgo mostra un rene sezionato
I reni sono organi simmetrici di colore rosso-bruno, caratterizzati dalla forma di un fagiolo e la grandezza di un pugno. Questi organi sono posti nella parte superiore posteriore dell’addome, ai lati della colonna vertebrale.
La parte concava del rene viene chiamata ilo. Rivolta verso il centro del corpo, è il punto d’entrata per nervi, vasi sanguigni e linfatici, e uretere.
L’ilo è collegato al seno renale, una rete di vasi sanguigni associati ai nefroni, strutture tubulari responsabili delle funzionalità principali dei reni: filtrare il sangue, eliminando l’acqua in eccesso e le sostanze di scarto attraverso l’urina, mantenere l’equilibrio idrosalino del nostro corpo e produrre ormoni importanti per il corretto funzionamento dell’apparato cardiocircolatorio.

Cos’è il tumore del rene

I reni possono essere colpiti da patologie molto comuni e note, come i calcoli renali, e in alcuni casi da malattie più complesse, come il tumore del rene.

Il carcinoma renale costituisce il 90-95% di tutti i tumori del rene e si origina dalla mutazione genetica di alcune cellule dell’organo, con una conseguente proliferazione incontrollata delle stesse.

In generale, punto di partenza di questo fenomeno sono le strutture tubulari che costituiscono i nefroni. In casi meno frequenti il processo può iniziare anche da altre componenti, come ad esempio dalla capsula di rivestimento dell’organo, oppure da altri tessuti.

In una piccola percentuale di casi, dall’1 al 5%, il carcinoma renale può essere multiplo o bilaterale, può cioè manifestarsi in entrambi i reni.

Quanto è diffuso

10°
Posizione del tumore del rene come neoplasia più diffusa in Italia
12.600
Nuove diagnosi nel 2022
144.400
Persone attualmente affette da carcinoma renale nel nostro Paese

Secondo le più recenti stime del 2022 dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), questo tumore interessa gli uomini circa il doppio rispetto alle donne:

97.200
Casi riscontrati in soggetti maschili
47.200
Casi riscontrati in soggetti femminili

In generale, l’incidenza cresce all’aumentare dell’età, con un picco nell’ottava decade di vita: il rischio cresce dopo i 60 anni, mentre è meno frequente ricevere una diagnosi sotto i 40 anni. L’incidenza, inoltre, è in media più elevata al Nord e al Centro Italia rispetto al Sud.

I fattori di rischio

A oggi le cause del tumore al rene non sono note, tuttavia si conoscono alcuni fattori di rischio che possono favorirne l’insorgenza.
Il principale fattore di rischio per il carcinoma renale è il fumo di tabacco: i fumatori presentano un rischio aumentato del 50% di sviluppare questa malattia.
Altri fattori concorrenti sono l’obesità e l’ipertensione arteriosa. In particolare, per ogni aumento di 5 punti dell’Indice di massa corporea (BMI) si stima una crescita del rischio pari al 24% negli uomini e al 34% nelle donne. L’ipertensione arteriosa invece è associata ad un aumento del rischio del 60%.

Ci sono poi anche altri fattori a cui prestare attenzione, quali:

  • La presenza di una malattia cistica del rene, relativamente comune nei pazienti in dialisi
  • L’esposizione professionale a sostanze tossiche, fra cui il tricloroetilene, noto con il vecchio nome di trielina, un agente ancora utilizzato per la pulizia di alcune superfici e per il lavaggio a secco
  • L’uso regolare e protratto (si parla di più di 10 anni) di alcuni antinfiammatori non steroidei

Una piccola quota di casi di carcinoma renale, infine, si manifesta in pazienti che presentano specifiche mutazioni e malattie genetiche. Fra queste ci sono mutazioni del gene VHL, responsabile della sindrome di von Hippel-Lindau, una malattia genetica rara, e mutazioni dell’oncogene MET, un gene che stimola la proliferazione cellulare e che può portare a una trasformazione neoplastica delle stesse.

I tipi di tumore del rene

dettaglio di mano sui reni
Il carcinoma renale comprende a sua volta diversi sottotipi tumorali, ovvero forme differenti della malattia, di cui la più diffusa è il carcinoma a cellule chiare.
Oltre a questo, ci sono sottotipi meno comuni, quali il carcinoma renale papillare, il carcinoma cromofobo, il carcinoma dei dotti collettori e altre varianti ancora più rare.
Tutti questi sottotipi vengono identificati e studiati esaminando le cellule tumorali al microscopio: questo studio è importante per ottenere informazioni sulle caratteristiche della malattia e per trattarla nella maniera più adeguata.

I sintomi

La sintomatologia del tumore del rene si manifesta generalmente soltanto negli stadi più avanzati della malattia. I sintomi sono spesso comuni a patologie meno gravi, per cui è importante non allarmarsi e sottoporre il proprio caso a uno specialista. Il medico, in base alle informazioni riportate, valuterà quali esami e accertamenti effettuare per identificare la natura del problema.

I principali sintomi associati al carcinoma renale sono 3:

  • Sangue nelle urine (noto in ambito medico come “ematuria”)
  • Dolore lombare o al fianco, sotto le costole
  • Massa addominale
paziente che con sintomi del tumore ai reni
Possono manifestarsi anche altri disturbi che colpiscono zone distanti dalla sede del tumore e interessano il 20% dei pazienti con carcinoma renale.
Per esempio, possono apparire i seguenti sintomi:
  • Febbre di origine sconosciuta
  • Perdita di appetito e peso
  • Anemia
  • Ipertensione arteriosa
  • Sudorazioni notturne
  • Rigonfiamenti delle vene dei testicoli
  • Sanguinamento nel tossire
  • Dolore osseo

La diagnosi

Attualmente non esiste uno screening specifico che permetta di rilevare il carcinoma renale.
Nel 60% dei casi il tumore viene diagnosticato nel corso di indagini svolte per ricercare e valutare altre patologie, principalmente attraverso esami di imaging biomedico - soprattutto ecografie, ma anche Tac e risonanze dell’addome o a livello spinale.

In altri casi il paziente può presentare dei sintomi: in queste circostanze l’iter diagnostico generalmente ha inizio con il medico di medicina generale. Sulla base dei disturbi e delle caratteristiche del paziente il medico stesso può richiedere degli approfondimenti, oppure indirizzare il paziente da uno specialista per una valutazione più approfondita.
Nel caso di sospetto di tumore del rene, fra gli specialisti di riferimento a cui rivolgersi vi è l’urologo, che si occupa della diagnosi e del trattamento delle patologie che colpiscono l’apparato urinario, il radiologo, che effettua gli esami di imaging biomedico richiesti, fra cui ecografie e Tac, e l’oncologo, il medico che si occupa del trattamento dei tumori del rene soprattutto in fase avanzata.
dettaglio di due persone vicine dopo diagnosi di carcinoma renale
L’iter diagnostico prevede frequentemente le seguenti tappe:
  • - Nella maggior parte dei casi l’ecografia addominale consente di rilevare la presenza della eventuale massa, dunque permette di effettuare una prima diagnosi, che dovrà però essere confermata da ulteriori indagini.
  • - La diagnosi andrà confermata da una Tac con mezzo di contrasto oppure da una risonanza magnetica con tecnica dedicata, utilizzata soprattutto nel caso di pazienti che hanno problemi nel sottoporsi al mezzo di contrasto oppure nelle donne in gravidanza.
  • - In specifici casi, soprattutto in vista di una sorveglianza attiva o di un trattamento ablativo, può rendersi necessaria una biopsia renale.
Insieme alla diagnosi, gli specialisti effettueranno la cosiddetta stadiazione del tumore, ovvero valuteranno la sua dimensione e la sua eventuale diffusione ai linfonodi o ad altri organi e tessuti. La Tac è importante per la stadiazione, perché consente di studiare la diffusione del tumore alle strutture vicine e lo stato dei linfonodi. Per valutare la presenza di eventuali metastasi a distanza, che per esempio possono colpire le ossa e il cervello, lo specialista può prescrivere altri esami diagnostici, quali la radiografia del torace, la scintigrafia ossea e l’imaging cerebrale.

L'evoluzione

In generale, la prognosi, che fornisce una previsione sul decorso e l’evoluzione della malattia, dipende da vari fattori, fra cui il grado di aggressività e la diffusione del tumore.

Questi parametri vengono valutati subito dopo la diagnosi, in un processo definito come “stadiazione” del tumore.

I tumori del rene sono infatti classificati in diversi stadi, che identificano la gravità della malattia, quali:

Stadio 1
Il tumore è limitato al rene e il suo diametro è inferiore ai 7 cm
Stadio 2
Il cancro è ancora confinato al rene ma con un diametro maggiore di 7 cm
Stadio 3
Il tumore non è più limitato al rene, ma non ha dato metastasi a distanza
Stadio 4
Il cancro ha dato metastasi a distanza

Tasso di sopravvivenza

Una delle misure standard utilizzate dagli specialisti per stimare la prognosi in una data patologia è il “tasso di sopravvivenza a distanza di cinque anni di tempo dalla diagnosi”.

Nel tumore del rene i tassi di sopravvivenza indicano che 7 pazienti su 10 (precisamente il 71%), e vale in egual misura per gli uomini e per le donne, sono vivi a distanza di cinque anni dalla diagnosi. Queste stime, abbastanza favorevoli, sono valori medi che includono tutte le diagnosi di tumore del rene a qualsiasi stadio.

Entrando nel dettaglio, se al momento della diagnosi il tumore è ancora confinato al rene, come avviene per il 55% dei pazienti, la sopravvivenza a 5 anni sale al 93%: dunque più di 9 di questi pazienti su 10 sono vivi dopo 5 anni. Fortunatamente più del 50% dei pazienti che hanno ricevuto una diagnosi precoce guarisce. In una parte di casi, pari a circa il 19% del totale, alla diagnosi il tumore risulta invece localmente avanzato (nello stadio III), in cui è già diffuso ai tessuti e agli organi contigui e/o ai linfonodi: in questo scenario il 71% dei pazienti è vivo dopo 5 anni. Quando la malattia è già molto diffusa e ha causato metastasi a distanza, come avviene per il 25-30% delle diagnosi, il tasso di sopravvivenza a 5 anni scende al 15%.

Come si cura: le terapie

gruppo di medici specialisti per la terapia del carcinoma renale

Il percorso terapeutico generalmente è definito da un team multidisciplinare, composto da figure come l’urologo o il chirurgo urologo, l’oncologo, il radiologo, l’infermiere, lo psicologo e altre figure specialistiche coinvolte all’occorrenza.

Le terapie includono trattamenti locali, che agiscono localmente, quali l’intervento chirurgico oppure la termoablazione, e sistemici, che interessano l’intero organismo, come le terapie a bersaglio molecolare e l’immunoterapia. La scelta dell’opzione o delle opzioni terapeutiche più adeguate dipende dallo stadio e dalla sede del tumore ed è frutto di un’accurata valutazione del team medico, che soppesa tutti gli elementi della malattia insieme allo stato di salute del paziente.

La nefrectomia, ovvero l’intervento di rimozione del rene o della parte di rene coinvolto dalla malattia, rappresenta la terapia standard del tumore renale localizzato, anche se rimane un trattamento che può essere adottato in tutti gli stadi del tumore del rene, a seconda dei casi.
In base all’estensione della neoplasia, la nefrectomia può essere radicale oppure parziale: quest’ultima, detta anche nephron-sparing surgery, rappresenta un tipo di chirurgia conservativo, impiegato quando possibile, in base alla valutazione del caso specifico. Non tutti i pazienti possono essere sottoposti ad un intervento chirurgico: in queste circostanze può venire in aiuto un altro trattamento locale chiamato termoablazione.
Le terapie a bersaglio molecolare sono terapie mirate, anche dette target, che colpiscono determinati bersagli, quali specifiche molecole, chiamate “target molecolari”. I target molecolari sostengono e favoriscono la crescita e la diffusione del tumore; pertanto, riuscire a colpirli è importante per arrestare la progressione della malattia.
In particolare, alcune di queste terapie non bloccano direttamente le cellule tumorali ma agiscono su un meccanismo differente, cioè contrastano un processo, detto di vascolarizzazione - ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni - che serve al tumore per crescere.
Fra le terapie mirate che possiedono il meccanismo di bloccare la vascolarizzazione, ci sono farmaci detti inibitori delle tirosin-chinasi, che hanno cambiato significativamente la terapia del tumore del rene.

Prevenzione

Attualmente non esistono delle azioni specifiche e mirate volte a prevenire il tumore al rene. Per questa ragione è importante cercare di prendersi cura di sé e tutelare la propria salute attraverso uno stile di vita sano, agendo sui fattori di rischio “modificabili”. In generale non fumare, tenere sotto controllo il peso corporeo e la pressione sanguigna, seguire un’alimentazione corretta e un’attività fisica regolare sono misure importanti per mantenersi in salute e contrastare il rischio di numerose patologie. È importante ribadire che attualmente non esiste uno screening raccomandato per il carcinoma renale. Per questo motivo è opportuno riferire qualsiasi sintomo al medico, che terrà conto della storia clinica del paziente e dell’eventuale sintomatologia per indirizzarlo al meglio.